Per una futura valutazione dei farmaci, sono stati analizzati gli esiti di 393 pazienti di età a partire da 50 anni ( media, 64 anni ) con leucemia mieloide acuta ( AML ) in prima recidiva dopo il trattamento nei recenti studi ALFA.
Le opzioni di salvataggio sono state retrospettivamente classificate come segue: migliore terapia di supporto ( BSC ), Citarabina a basso dosaggio ( LDAC ), Gemtuzumab ozogamicina ( GO ), chemioterapia intensiva ( ICT ), o chemioterapia intensiva in combinazione con Gemtuzumab ozogamicina ( ICT+GO ).
Il tasso di seconda remissione completa ( CR2 ) è stato del 31% e la sopravvivenza media dopo la recidiva è stata di 6.8 mesi ( 0, 17, 42.5, 53 e 80% e 3.2, 5.6, 8.9, 9 e 19.8 mesi nei sottoinsiemi BSC, LDAC, GO, ICT e ICT+GO, rispettivamente ).
Età, performance status, conta leucocitaria, durata della prima remissione completa ( CR1 ) e favorevole cariotipo di leucemia mieloide acuta, ma non altre caratteristiche citogenetiche e molecolari, hanno influenzato l’esito post-recidiva.
Si è dimostrato che il salvataggio intensivo ( ICT / ICT+GO / GO vs LDAC / BSC ) è risultato associato a una maggiore sopravvivenza post-recidiva, almeno nei pazienti con durata della prima remissione completa maggiore o uguale a 12 mesi ( P=0.001 e 0.0005, rispettivamente ).
È da notare che Gemtuzumab ozogamicina ( Mylotarg ) è sembrata essere efficace come la chemioterapia intensiva standard e la combinazione di chemioterapia intensiva più Gemtuzumab ozogamicina era più efficace della chemioterapia intensiva standard.
In conclusione, i pazienti anziani con prima remissione completa di durata maggiore o uguale a 12 mesi sembrano beneficiare del salvataggio intensivo e i risultati osservati con terapie di salvataggio contenenti Gemtuzumab ozogamicina suggeriscono di approfondire gli studi di combinazione in questo ambito. ( Xagena2013 )
Sarkozy C et al, Am J Hematol 2013; 88: 9: 758-764
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