L'osservazione è l'attuale standard di cura per i pazienti con leucemia linfatica cronica ( CLL ) asintomatica allo stadio iniziale, poiché gli interventi basati sulla chemioterapia non sono riusciti a prolungare la sopravvivenza.
Si è ipotizzato che un intervento precoce con Ibrutinib ( Imbruvica ) sarebbe stato ben tollerato e avrebbe portato a un controllo della malattia superiore in un sottogruppo di pazienti in stadio iniziale con leucemia linfatica cronica.
Lo studio di fase 3, in doppio cieco, controllato con placebo CLL12 ha assegnato in modo randomizzato pazienti asintomatici, naive-al-trattamento con leucemia linfatica cronica in stadio Binet A, ad aumentato rischio di progressione a ricevere Ibrutinib ( n=182 ) oppure placebo ( n=181 ) alla dose di 420 mg al giorno.
A un follow-up mediano di 31 mesi, lo studio ha raggiunto il suo endpoint primario migliorando significativamente la sopravvivenza libera da eventi ( EFS ) nel gruppo Ibrutinib ( mediana, non-raggiunta vs 47.8 mesi; hazard ratio, HR=0.25; P minore di 0.0001 ).
Rispetto al placebo, Ibrutinib non ha aumentato la tossicità generale, producendo eventi avversi simili per incidenza e gravità.
Gli eventi avversi gravi più comuni sono stati: fibrillazione atriale, polmonite ed eruzione cutanea nel gruppo Ibrutinib e carcinoma basocellulare, polmonite e infarto del miocardio nel gruppo placebo.
Il rischio di sanguinamento associato a Ibrutinib ( 33.5% ) è stato ridotto vietando l'uso di anticoagulanti orali attraverso una modifica del protocollo di studio ed evitando le interazioni farmaco-farmaco mediate da CYP3A4.
Ibrutinib ha confermato l'efficacia nei pazienti affetti da leucemia linfatica cronica in fase iniziale con un aumentato rischio di progressione.
Tuttavia, i risultati non giustificano la modifica dell'attuale standard di vigile attesa. ( Xagena2022 )
Langerbeins P et al, Blood 2022; 139: 177-187
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