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Secondo allotrapianto per recidiva ematologica di leucemia acuta dopo un primo trapianto allogenico di cellule staminali da donatori imparentati e non-imparentati


Uno studio ha valutato il ruolo di un secondo trapianto allogenico di cellule staminali ematopoietiche effettuato per recidiva di leucemia acuta dopo un primo trapianto di cellule staminali ematopoietiche da donatore imparentato o non-imparentato e per analizzare il ruolo del cambio di donatore nel secondo trapianto allogenico di cellule staminali ematopoietiche in entrambi i casi.

È stato effettuato uno studio retrospettivo su 179 secondi trapianti allogenici di cellule staminali ematopoietiche per recidiva dopo un primo trapianto da donatori compatibili imparentati ( n=75 ) o donatori non-imparentati ( n=104 ), utilizzando donatori identici o alternativi per il secondo trapianto allogenico.

Sono state effettuate analisi separate in base al donatore nel primo trapianto.

Indipendentemente dal donatore, il 74% dei pazienti ha raggiunto la remissione completa dopo secondo trapianto allogenico di cellule staminali ematopoietiche; metà di questi pazienti sono andati nuovamente incontro a recidiva.

La sopravvivenza generale a 2 anni è stata del 25% ( 39% dopo secondo trapianto allogenico di cellule staminali ematopoietiche da donatore imparentato; 19% dopo secondo trapianto da donatore non-imparentato).

Ci sono stati sopravvissuti a lungo termine anche dopo due secondi trapianti allogenici di cellule staminali ematopoietiche da donatore non-imparentato.

L’analisi multivariata per la sopravvivenza generale da secondo trapianto allogenico di cellule staminali ematopoietiche ha confermato i fattori di rischio già definiti ( durata della remissione dopo primo trapianto allogenico di cellule staminali ematopoietiche: hazard ratio [ HR ], 2.37; P inferiore a 0.001; stadio al secondo trapianto allogenico di cellule staminali ematopoietiche: HR, 0.53; P=0.006 ).

L’esito del secondo trapianto allogenico di cellule staminali ematopoietiche è risultato migliore dopo primo trapianto da donatore imparentato che da donatore non-imparentato ( sopravvivenza generale a 2 anni: 37% vs 16%, rispettivamente; HR=0.68; P=0.042, regressione multivariata di Cox ).

Dopo primo trapianto da donatore imparentato e non-imparentato, selezionare un nuovo donatore per il secondo trapianto non ha portato a un miglioramento rilevante nella sopravvivenza generale rispetto al secondo trapianto dal donatore originale; tuttavia, il cambio di donatore non è risultato nemmeno negativo.

In conclusione, dopo la recidiva da primo trapianto allogenico di cellule staminali ematopoietiche, un secondo trapianto può indurre la sopravvivenza generale a 2 anni in circa il 25% dei pazienti.
Il secondo trapianto allogenico di cellule staminali ematopoietiche da donatore non-imparentato è fattibile dopo primo trapianto da donatore imparentato o non-imparentato.

Il cambio di donatore per il secondo trapianto allogenico di cellule staminali ematopoietiche è un’opzione valida, tuttavia non può essere dimostrato un chiaro vantaggio in termini di sopravvivenza generale. ( Xagena2013 )

Christopeit M et al, J Clin Oncol 2013; 31: 3259-3271

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